La osservo da oltre dieci minuti. È
come un pino svettante tra stoppie carbonizzate; dritta, fiera di sé,
ancora ardente, fumosa, concentricamente viva. La sua anima, avvolta di bianco calce, si disperde lentamente nella brezza di questa fresca
serata di luglio, e sfugge timida al mio sguardo, lasciando solo il
profumo della sua presenza effimera.
Ho
deciso di custodirla come un macabro cimelio, e di tanto in tanto
guarderò il rosso delle tue labbra per ricordare questo
nostro ultimo incontro.
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